Antonio Cossu

SEGNI
 
Passavamo sulla terra leggeri come acqua … come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli….
Sergio Atzeni
Passavamo sulla terra leggeri, 1996
 
E’ un sentimento controverso quello del ricercare le proprie radici. Apparentemente comune, in realtà esso si scontra quotidianamente con i ritmi di esistenze accelerate, nelle quali l’oggi – più raramente il domani – è la coordinata di riferimento. Può essere la disperazione che ti porta a fuggire dal tuo passato (o dal tuo contingente) o l’ambizione dell’apparire diverso da ciò che effettivamente sei o sei stato. E così il ricondursi alla propria storia rischia di essere spesso letto come atteggiamento dettato da mera e retorica vena nostalgica.
Sfata il dubbio l’opera recente di Antonello Serra, laddove il racconto pittorico mutuato da quello plastico proprio di uno degli oggetti più caratterizzanti di Ichnusa, la cassapanca, non si colloca nel solco della rappresentazione formale dell’iconografia di un’isola, ma diventa gioioso inseguirsi di segni, disordinatamente quanto rigorosamente disposti sullo spazio compositivo, a suggerire itinerari che la mente può liberamente percorrere; strade semplici, nelle quali puoi riconoscere tracce che sono anche tue, nelle quali hai la certezza di non perderti.
Celle di un labirinto immaginario, i tracciati segnici di Antonello Serra segmentano il perimetro della tela che li ospita, affidando alle tonalità sobrie della tavolozza il compito di rendere armonioso ciascun quadro. Un equilibrio rassicurante di terre brune, di verdi e di azzurri tenui e vissuti, di ocra caldi e pastosi che evocano fertilità, dove ben si innestano l’arcaico rigore di forme antropomorfe e di geometrie mai fine e se stesse.
La forte trama del supporto, l’apparentemente grezza preparazione delle tele e l’appena abbozzata sperimentazione del collage rendono alcuni lavori dell’artista strutturalmente vicini a certo primitivismo; in tal senso appare non casuale la sapiente collocazione, in alcune delle opere di Antonello, di riferimenti al mondo della nera Africa, a legare storie e percorsi antropologici dal sapore universale che l’artista ha profondamente interiorizzato, quasi a raccogliere idealmente il testimone di chi lo ha preceduto e che in quelle cassepanche ha depositato storie e memorie, gioie, dolori e speranze ...

Ora sei custode del tempo (…) potrai aggiungere spiegazioni nuove dei fatti antichi narrati nella storia che ti è affidata e raccontare avvenimenti memorabili….

Sergio Atzeni
Passavamo sulla terra leggeri, 1996
 
Antonio Cossu

2011, aprile